giovedì 12 novembre 2009

Mattinata di sole

Stamane è successo un fatto davvero strano, una cosa che non credo mi sia mai capitata in vita mia. O se m'è capitata me la sono certamente dimenticata, o in alternativa ero troppo piccolo per potermelo ricordare. Mi sono svegliato felice. Non lo so perchè, tutto sta assumendo una bella piega ai miei occhi. Le nuvole le vedo lontane dalla mia finestra, dietro le montagne, e l'azzurro del cielo mi sta inondando di tutta la sua beneficenza. Sì, quando ero più piccolo era sempre così ora che ci penso. Quando avevo cominciato a scoprire quel fantastico mondo che è la musica, quando avevo visto che le ragazze potevano essere più che cavie per i miei esperimenti sull'infiammabilità dei capelli. Mi sono alzato dal letto ed ho preso un disco dalla libreria, Rumours dei Fleetwood Mac. Lo inserisco nello stereo e metto subito la quinta canzone, Go Your Own Way. Quella sì che è la canzone pop definitiva degli anni '70. Vedo la mia Cadillac arrugginita che corre libera per qualche squallida statale del centro america, mentre ai lati mi si parano squallide tavole calde e squallidi bar frequentati assiduamente da squallidi vecchi repubblicani amanti delle proprie famiglie. La canzone comincia: "Loving you, isn't the right thing to do...", ed io mi appresto a preparare il caffè. Una volta salito, e versato nella tazza col latte, la canzone finisce, ma avevo impostato il loop e riparte immediatamente. Ah che colazione fantastica, che magnifica giornata che mi si prospetta! Se un dio esiste sta tutto nel tabacco che mi sono fumato subito dopo aver fatto colazione. Com'è difficile in questo momento credere in qualcosa di superiore!
Torno in camera con la bocca che è un misto di sapori: caffèlatte, biscotti, tabacco, e mi piace. Mi giro verso la mia libreria. Com'è bella, nessuno ne ha una tanto bella. I libri dell'università in alto, i vocabolari di italiano, latino, greco ed inglese nel ripiano subito sotto. Poi parte la sezione dischi, molto ben nutrita nonostante sono mesi che non compri un disco. E poi ancora sotto ci sono i miei libri, quelli che ho cercato e che ho letto e che ho amato: tutta la collezione di John Fante, qualche libro di Bukowski, George Orwell, Milan Kundera, Stefano Benni, James Joyce, Ernest Hemingway e tanti altri. A sinistra ci sono il ripiano fumetti, che non leggo da davvero troppo tempo e me ne dispiaccio, il ripiano cassette (odio i dvd, la cassetta ha quel carattere vintage che rende il film molto più intimo e in un certo senso più vero poichè dentro la cassetta c'è una pellicola, il dvd non ho la più pallida idea invece di cosa nasconda al suo interno). Ancora più sotto ci sono i libri del liceo, che ogni tanto sfoglio, per ricordare. Ogni volta penso di aver buttato i miei cinque anni di liceo, mi sono comportato come un buono a nulla, ho studiato davvero troppo poco. Apro il libro di filosofia del secondo liceo. Che palle la filosofia del secondo liceo: Bruno, Cartesio, Leibniz, Spinoza. Li odiavo, per me parlavano del nulla. In realtà non li ho mai studiati, ma dalle spiegazioni mi sono sempre parsi abbastanza noiosi. Gli unici filosofi che mi siano davvero piaciuti in secondo liceo sono stati Hume, nonostante fosse fastidiosissimo il suo modo di pensare, e Kant. Una persona come Kant non nasce tutti i giorni, e neanche tutti i secoli. Ne nasce uno per millennio.
Alzo lo sguardo alla mia collezione di dischi, la mia sudatissima collezione. Non sono poi così tanti, un centinaio forse, ma ognuno di quei dischi racconta una storia. Mi ricordo ogni singolo acquisto nei più minimi particolari. Mi ricordo il primo disco originale che ho comprato da solo con i miei soldi, il quarto dei Led Zeppelin datato 1971 del quale non si sa quale sia il titolo. C'è chi dice che si chiami "Untitled", chi "Led Zeppelin IV", chi "Four Symbols". Non mi preme più di tanto. In questo momento c'è qualcos'altro che attanaglia la mia mente, una sensazione fortissima alla quale debbo dare adito nella maniera più assoluta. C'è una gioiosa nostalgia che esplode nel mio cuore proprio in questo momento. Prendo il primo disco dei Rainbow del '75 e lo inserisco nello stereo. Dio come comincia bene, il riff "spaccamontagne" di Man On The Silver Mountain mi riporta a quattro anni fa. Come sto bene in questo momento, come gioisco dentro, come sono felice! Lo sto ascoltando tutto, e lo sto percependo con ogni singola parte del mio corpo. Ci sono delle canzoni che mi viene voglia di abbracciare, quelle canzoni che un tempo ascoltavo tutti i giorni e che mi facevano sentire così bene, così importante e così elitario perchè in classe mia, a parte rari casi, i massimi lidi verso cui si spingevano i compagni erano gli Oasis, i fratelli Gallagher come le colonne d'Ercole. Non sapevano cosa si perdevano quegli sciocchi, ed io ero felice che non ne avessero idea. Ero migliore di loro per questo.
Ed eccomi qua, a fumarmi la seconda sigaretta della giornata, mentre ascolto l'ultima canzone del disco. So che una volta finita la canzone dovrò tornare nel mondo reale, non ci sarà più tempo per queste piacevoli reminescenze sensoriali. Devo andare alle poste per pagare una multa, in banca per pagare una bolletta, e poi all'università per sbrigare scomode pratiche burocratiche. Quanto è noiosa la vita. Ma finchè avrò le mie sveglie felici, i miei dischi e i miei libri, le mie sigarette e il mio caffè, questa vita mi sembrerà sempre la migliore possibile.
You can't always get what you want, you can't always get what you want, you can't always get what you want, but if you try sometimes you just might find, you just might find, you get what you need .

1 commento:

  1. Ciao Stefano è tardi, e inizio già a sentirmi guidicata da te, o dall'altro tuo te duodeno. Nonostante tutto mi ricordo benissimo il tuo nome e il tuo cognome, e ricordo anche dove sei nato, così sentivo il bisogno di scambiare due chiacchere con te e ho digitato il tuo nome trovando questa scarramanza di racconti (scarramanza si può dire? No. Però mi piace, rende bene l'idea). Mi batte forte il cuore dall'ansia preme sulla cassa toracica come non mai, e sento la paranoia scivolarmi lungo le braccia e sciogliersi in mezzo alle dita, oggi è una bella nottata di stelle, anzi non è vero non ne ho vista nemmeno una, anzi una si la più bella, quella che luccica di più e diciamo che mi è bastato perchè quando la vedo la confondo con un ufo e penso sempre che siano venuti a prendermi. Ti vedo in azione, in movimento, si non posso dirti che ti vedo cambiato, ti vedo in azione, è questo quello che mi sembri in questo momento, sei un fermento riesco a intravederlo da queste cinque quattro 0tt0 righe. Sei un fermento, un vortice di buoni profumi, e di sicuro in questo periodo devi avere un buon sapore. E' strano anche se non ti ho mai visto, ogni tanto mi manca parlare con te, perchè forse forse.. forse forse ti piacciono i dischi in vinile che sanno di polvere e di nonno invecchiato, forse forse prima di uscire ti lavi i denti con il basilico, forse forse bevi tanto campari al fine di un giorno noioso, forse forse sono troppo banale, e averlo scritto mi rende ancora più banale, e scusami per le banalità, che banale dio che banale banalissima banalmente banale. E se magari ho sbagliato Stefano e ci ho fatto una gran figura da "hohona"?? E' tipico. Sai che ti ho sognato? Però è un sogno troppo strano, in questo periodo sto sognando spessissimo anche Lou Reed che mi guarda con una faccia da pesce e suona la chitarra, mentre io consumo pacchi su pacchi di sigarette che sono gustose, gustosissime non ti immagini nemmeno vorrei fartele assaggiare, senti un giorno se ti va avvicinati e te ne offro qualcuna, vedrai sono delle sigarette immaginarie, dico cazzo le più buone che ci siano, sigarette buonissime che lasciano le mani lisce e profumate e le unghie blu, no magari. Sai ho tagliato i capelli? Sembro dolcissima, tutti mi coccoleranno ancora di più adesso. Buonanotte mi mancano le nostre chiaccherate veloci, però ti dirò anzi non te lo dico.
    Buonanotte.

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