Era settembre. Dentro casa guardavo dalla finestra la città che mi si scagliava contro come un pugno nell'occhio. Era la classica tarda mattinata di fine settembre; sembrava facesse caldo, sembrava si potesse uscire in pantaloncini corti e mezze maniche.
Dieci minuti dopo uscivo dall'ascensore con i jeans neri lunghi, la felpa verde col cappuccio tirato su e "Borracho" di Mark Lanegan alle orecchie.
Ci volevano circa cinque minuti per arrivare dal dentista, e cinque minuti sono due canzoni brevi, o tre canzoni brevissime, considerando che potevo anche rallentare il passo. Lungo la strada incontrai Giorgio, batterista dai lunghissimi capelli ricci, neri come la pece. Aveva le labbra carnose, e gli occhi scuri. A descriverlo così può sembrare un bel ragazzo, in realtà credo sia una delle persone più brutte che abbia mai visto in vita mia e spero vivamente non venga mai a conoscenza di queste righe. Chiacchierammo del più e del meno, della sua band e dei Nirvana, e poi mi congedai immediatamente, piuttosto frettolosamente, colpito da un'illuminazione.
Presi l'ipod e feci partire "Here" dei Pavement. Era proprio quello di cui avevo bisogno, un'altra illuminazione vincente. Bravo Stefano, migliori di giorno in giorno.
Arrivato dal dentista mi resi subito conto che la musica non era la solita. Danilo, il dentista, mi accolse infatti con Flamenco Sketches di Miles Davis. La cosa mi riempì di gioia. Molta meno gioia mi concesse la fredda poltroncina su cui mi sdraiai, e gli strumenti di tortura appoggiati sul vassoio alla mia destra.
-Cosa dobbiamo fare Stefano?-.
-Guarda, io fumo troppo e probabilmente bevo anche troppo caffè, fatto sta che debbo fare una pulizia dentale anche perché mi si stanno ingiallendo un sacco i denti e mi si sono formate delle orribili macchie nere sugli incisivi.-
-Io quelle te le posso togliere ma tu devi diminuire le sigarette.-
-Contaci Danilo, contaci.-
-Davvero, ti fa male fumare. E poi tu sei un cantante...-
-Lo ero a 17 anni Danilo, ho lasciato perdere. E oltretutto le sigarette abbelliscono di molto la voce. Guarda Tom Waits per esempio.-
-Ah, ma lo sai che la scorsa settimana ho comprato Rain Dogs?-
-In quanto a musica non mi hai mai deluso, per questo sei il mio dentista.-
-Non dire cazzate Stè, ti ho salvato i denti insegnandoti ad usare lo spazzolino.-
-Anche questo è vero.-
-Stefano, io ti ho insegnato ad usare lo spazzolino a 16 anni, non è normale.-
-Lavarsi i denti è superfluo. Lavarsi è superfluo. Tanto poi mi sporco di nuovo.-
-Ma poi puzzi.-
-Infatti mi lavo perché sennò nessuna ragazza mi caga. E sto qui a farmi pulire i denti da te per lo stesso motivo.-
Seguirono qualche risata e qualche altra battuta, finché non cominciò con i suoi strumenti di morte a massacrarmi la bocca. Dio, volevo urlare. Io non sopporto facilmente il dolore, la mia natura è pigra quindi soffrire dolore fisico diventa una fatica insormontabile. Mi innervosisco facilmente e mi rovino tutta la giornata.
Passò una mezz'ora abbondante con vari aggeggi nella mia bocca: tubi, trapani ad ultrasuoni, lime e quant'altro. Poi mi spruzzò in tutta la bocca una sostanza liquida non meglio identificata dal fresco sapore di ciliegia. Fu piacevole, a suo modo.
Uscito dallo studio mi avvicinai alla prima macchina a portata di tiro. Vidi la mia immagine riflessa sullo specchietto laterale. Sorrisi. Avevo dei denti bianchissimi.
Presi l'ipod. Dovevo scegliere la canzone adatta.
"Something I Learned Today" degli Husker Du.
Se imparai una cosa, quel giorno, fu l'importanza di lavarsi i denti. E non per chissà quale motivo. Semplicemente, poi, andare dal dentista, diventava veramente troppo doloroso.