martedì 20 aprile 2010

Io ci provo, lo giuro

Dedicato a Anthony, Flea, John e Chad.

Casa dolce casa, ti rivedo finalmente. Neanche le incombenze più opprimenti riescono a tenermi troppo tempo lontano da te. Stamattina t'ho bramata tanto, ti volevo fortemente, eppure non potevi essere mia, un altro locale era la mia meta. Sono stato trattenuto per tanto tempo in una stanza fredda, spoglia, uno stupido ufficio. Ma ora ti vedo stanza e ti sento davvero mia, finalmente, dopo tanto tempo. La scrivania totalmente incasinata: un pacco finito di biscotti per la colazione, una bottiglietta con dentro l'acqua di un mese fa, il posacenere colmo, i dischi sparsi, i quaderni maltrattati, i libri letti per metà, i giornali mai sfiorati ma comunque acquistati. Dio come sei accogliente, come sei accomodante.
Ho scorreggiato.
Quello che qualcuno definirebbe tanfo lo percepisco come deliziosa manifestazione del mio Io, l'intimità messa totalmente a nudo. Pc, quante volte mi hai visto masturbarmi? E quante volte m'hai visto a letto con una ragazza?
L'orologio digitale qui alla sinistra del computer fa le 7.21. Sono le 15.40.
Sposto ancora una volta gli occhi altrove, getto uno sguardo distratto alla stanza, fatti contemplare per un attimo nella tua interezza, nel tuo splendore.
La libreria, là a destra. O libreria, che costringi al vocativo tanto sei bella, se solo tu avessi degli occhi per guardarti. I libri dell'università misti a quelli del liceo sù in alto, mai aperti. Tra i libri si nascondono una scatola di profilattici ed una di sigari. Poi tra un libro di inglese ed uno di letteratura c'è un astuccetto. Mi ricordo di quell'astuccetto, me lo regalarono dopo cena in un ristorante cinese. Questo astuccetto è orribile, rosso vermiglio, con una fantasia non meglio identificata di un tessuto leggermente più scuro. La zip è come qualsiasi altra zip.
Dentro c'è l'erba.
Poi sotto ci sono i dischi, e improvvisamente mi rendo conto che quello che sto scrivendo l'ho già scritto mesi fa, e l'ho pubblicato anche su questo stesso blog.
Davvero non ho niente da dire?

lunedì 12 aprile 2010

Per dimostrare la mia coerenza.

Questo post è dedicato a chi non vuole che smetta di scrivere ed anche, come al solito, a Sharon.

Visto che solo pochi giorni fa avevo ammesso di non voler scrivere più, rieccomi. Ma non scriverò più come prima, no. Non sono più quello di prima. Ora ciò che scriverò sarà probabilmente stupido, probabilmente poco interessante, probabilmente inutile (più di quanto non fosse ciò che scrivevo in precedenza). Perchè una strana stella brilla nel cielo, e la sua luce mi colpisce direttamente. Pensate mai al fatto che le stelle che vediamo in realtà sono il passato? Per chi non lo sapesse, le stelle distano anche migliaia di anni-luce da noi, e così ciò che vediamo è la luce partita dalla stella migliaia di anni fa. Probabilmente alcune delle stelle che noi vediamo ora in cielo adesso non esistono più. Noi vediamo la stella nel momento in cui forse sulla terra spadroneggiavano i dinosauri. Interessante, vero? Eppure stavo dicendo qualcos'altro. Che una strana stella brilla solo per me. Strana perchè non c'è sempre una stella per tutti. Questa stella mi ha cambiato ed ha portato nella mia vita molta fortuna, molta felicità, molto amore. In fondo, una persona da sola è bastata a cambiare totalmente me e la mia vita. Ora ho sempre qualcosa da fare, anche quando sto a casa a grattarmi la sacca scrotale. Il solo pensare a lei mi fa sentire così bene, così appagato, così vivo e così vero. Sì, sono cambiato. Adesso quando parlo con lei faccio delle vocine davvero stupide, è imbarazzante la cosa ma non riesco proprio a controllarla. A volte faccio anche il verso del gattino, dio santissimo mi faccio davvero ribrezzo. E dico cose delle quali mi vergogno, naturamente col senno di poi. Per esempio, una sera eravamo insieme a delle sue amiche ed era uscito fuori il discorso che lei sarebbe partita per un paio di giorni. Una sua amica, scherzando, disse: "E come farò senza di te per due giorni?". Io risposi con un'intonazione simile a quella che darebbe una bambina ad una cantilena: "C'è chi durante questi due giorni starà anche peggio di te". Non feci in tempo a rendermi conto di ciò che avevo detto, e di come lo avevo detto, quando mi ritrovai tutti gli sguardi puntati su di me. Mi sentii uno schifoso vermiciattolo da giardino. Cosa avevo detto? Cosa mi era saltato per la testa? Cristo santo non potevo fare un discorso così perchè non l'avrei vista per due giorni.
E invece l'avevo fatto.
A dire la verità vidi piuttosto imbarazzate anche le persone che mi guardavano, il che è davvero il peggio. Quando riesci a far imbarazzare un'altra persona per una cosa che hai fatto tu e nella quale l'altra non c'entra assolutamente nulla, allora sì che hai toccato proprio il fondo. Io stavo cercando di sprofondare ancora di più in quella fossa che mi stavo scavando da solo facendo stupide smorfiette con la faccia e tirando fuori dei versi da fumetto tipo "umpf" o "mmmh".
Ormai sono dipendente da lei, è una brutta cosa. Quando si è dipendenti da una persona si annulla una parte di se stessi, e la cosa non va bene. Ma alla fine è il prezzo che si paga per essere felici, ed io sono ben felice di saldare il conto con l'amore senza lasciare arretrati.
La cosa bella è che poi, in assenza della fonte di dipendenza, vengono a creasi altre varie piccole dipendenze che sopperiscono, per quel che possono, all'assenza di quella principale. Per esempio quando non sto con lei fumo sempre come un turco, e spesso mi masturbo. Ed io già prima mi masturbavo spesso, ma adesso sto raggiungendo limiti vicinissimi all'indecenza. Oggi, proprio oggi, ho sviluppato una nuova dipendenza. Lo spray per il mal di gola. Probabilmente dentro quel tubetto c'era qualche sostanza tossica che creava dipendenza, avrò fatto almeno una trentina di inalazioni. Naturalmente parlo all'imperfetto perchè è finito, non c'è più nulla dentro. Ora passerò al colluttorio. Poi mi troverete morto sul ciglio di una strada, con del dentifricio sulle labbra.
Insomma, volevo imbastire un discorso quando ho cominciato a scrivere, ma ho divagato troppo ed ora me lo sono scordato. Capita spesso.
Vado a fumarmi una sigaretta. Trovo interessante la varietà di tempi verbali utilizzati in questo post, non è affatto unitario.

venerdì 9 aprile 2010

Adius

Dedicato ai lettori.

Non c'è niente da fare, la scrittura non fa per me. Non riesco ad essere costante, questo blog è destinato al fallimento, almeno lo spero. Perchè quando sono felice non riesco proprio a trovare quel bisogno di scrivere che si presentava prima, con un ardore ed una veemenza fuori dal comune. Tutto sommato, scrivere è come somatizzare le cose. Si può dare una forma diversa, migliore, ai propri pensieri, alle proprie storie, a quelle vicende che a volte appaiono insignificanti ma che segnano indelebilmente la nostra vita. O anche a quelle vicende che a volte appaiono fin troppo significanti, quando alla fine dei conti altro non sono che nuvole, destinate a lasciar spazio all'azzurro del cielo dopo una folata di vento. Ho appena finito la sigaretta; ormai non le conto più. Un tempo sapevo esattamente quante sigarette fumavo in un giorno, adesso vuoi perchè fumo tabacco, vuoi perchè non me ne frega un cazzo, il conteggio è andato a farsi fottere assieme a tutte quelle piccole ansie che non riuscivano mai totalmente a impossessarsi di me. Gran bella accoppiata quella tra apatia ed indolenza: crea sporadiche forme di atarassia ideali per sopravvivere, certamente non per vivere.
Ora vivo, ora sto bene, ora sono felice, quindi perchè dovrei scrivere? Cosa dovrei scrivere? Le giustificazioni al fatto che io non scriva più? No, mi sembra davvero sciocco, è come quando una band pubblica un disco di sole cover, non ha senso. I Metallica l'hanno fatto, infatti per quanto mi riguarda non esistono dal 1988, il loro ultimo anno di vita. Sarebbe un'operazione commerciale, nonostante io non commerci nulla in realtà. Quindi non sarebbe neanche quello. Se almeno mi pagaste per quello che scrivo, cazzo. Neanche quello. Siete degli ingrati, voi che state leggendo. Perchè lo so, ci siete. Non so cosa vi spinga a farlo, no so perchè vi piaccia perdere il vostro tempo. Soprattutto adesso.
Basta, mi sto prolungando troppo.
Questo blog non lo chiudo, non lo cancello. Rimarrà qui, con la speranza di non trovare più spazio per una sola parola, che sia una. Non ho bisogno di scrivere, e spero di non averne mai più.